In questa pagina proponiamo un’autocertificazione regolarità fiscale.
Autocertificazione di Regolarità Fiscale
Quando un’amministrazione o un ente che gestisce un pubblico servizio ti chiede di dimostrare di essere in regola con imposte e tasse, nella grande maggioranza dei casi non serve correre a farsi rilasciare un certificato: la legge consente di sostituire i certificati con una dichiarazione sostitutiva, cioè una autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000. Questo meccanismo vale nei rapporti con Pubbliche Amministrazioni e gestori di pubblici servizi; nel rapporto con soggetti privati l’accettazione è possibile, ma non obbligatoria: un’azienda privata può chiedere documenti propri o effettuare verifiche differenti. L’autocertificazione non è un “foglio di cortesia”: ha pieno valore legale e la PA è tenuta a verificarne la veridicità d’ufficio, incrociando i dati con l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate–Riscossione. Proprio per questo, se dichiari il falso scattano conseguenze pesanti: decadenza dai benefici eventualmente ottenuti e responsabilità penale per dichiarazioni mendaci, con riferimento agli articoli 75 e 76 del DPR 445/2000.
Per capire cosa stai dichiarando, chiarisci prima che cosa si intende per “regolarità fiscale” nel tuo contesto. Nelle procedure di appalto e in molte domande di contributi pubblici la regolarità fiscale coincide con l’assenza di violazioni gravi e definitivamente accertate in materia di imposte e tasse; se hai piani di rateazione regolarmente onorati, in genere sei considerato regolare. Nelle erogazioni e nei pagamenti della PA opera anche la “verifica di inadempienza” ex art. 48–bis del DPR 602/1973: se risultano debiti iscritti a ruolo superiori alla soglia di legge, la PA può sospendere il pagamento e avviare la compensazione con l’agente della riscossione; dichiarare in autocertificazione di non avere inadempienze quando queste esistono comporta l’immediata segnalazione. In altre situazioni, come bandi e graduatorie, l’ente richiede una semplice attestazione di regolarità ai fini della fase istruttoria, riservandosi di verificare i dati in una fase successiva. La regola pratica è che la PA non può pretendere “certificati” da allegare, ma può e deve verificare d’ufficio ciò che dichiari: la tua autocertificazione serve ad avviare il procedimento, le verifiche fanno fede sull’esito.
Non confondere la regolarità fiscale con la regolarità contributiva: sono piani diversi. Per i contributi previdenziali e assicurativi il documento di riferimento è il DURC, che segue regole e canali propri e non è sostituibile da autocertificazione quando la norma impone il DURC. Nelle gare pubbliche spesso sono richiesti entrambi i profili: autocertificazione sulla regolarità fiscale ai fini delle cause di esclusione e verifica del DURC per gli aspetti contributivi. Se partecipi in raggruppamento o rete, ciascun operatore economico deve rendere la propria autocertificazione per la parte fiscale, perché la causa di esclusione opera pro quota su ciascun soggetto del raggruppamento.
La forma dell’autocertificazione è semplice, ma ogni parola conta. Devi indicare con precisione chi sei (persona fisica o impresa), riportare i dati identificativi completi (codice fiscale e, se presente, partita IVA, sede legale, dati del legale rappresentante), dichiarare in modo chiaro lo stato di regolarità rispetto a imposte e tasse, specificare se esistono eventuali rateazioni regolarmente adempiute, richiamare la base normativa che consente l’autocertificazione, indicare la finalità per cui la presenti (bando, contributo, appalto, erogazione) e aggiungere la formula di responsabilità prevista dal DPR 445/2000. La firma è indispensabile; se non firmi davanti al funzionario o non usi firma digitale, devi allegare una copia del documento d’identità in corso di validità. Se invii via PEC un PDF firmato digitalmente, l’allegato del documento non è necessario; se compili un modulo web predisposto dall’ente, segui le sue istruzioni su SPID/CIE o firma elettronica avanzata.
Ci sono casi in cui la tua situazione è regolare pur in presenza di iscrizioni a ruolo o avvisi: è il caso delle rateazioni in corso pagate puntualmente o di sospensioni giudiziali o amministrative efficaci. In questi scenari non scrivere formule generiche che potrebbero essere interpretate come false, ma usa diciture trasparenti, ad esempio indicando che hai aderito a un piano di rateazione in data specifica, che sei in regola con i pagamenti e che, per effetto di ciò, sei da considerarti regolare ai fini della normativa applicabile. Se hai presentato istanze di autotutela o ricorsi che non sospendono gli effetti del debito, non attribuire loro effetti che non hanno: la mera pendenza di un ricorso non rende inesistente il debito per le verifiche d’ufficio, salvo provvedimenti di sospensione. Analogamente, se sei stato oggetto di una verifica ex art. 48–bis con sospensione di un pagamento, non potrai dichiarare la regolarità fino alla definizione dell’inadempienza o alla compensazione.
Scegli sempre un linguaggio oggettivo e databile, evitando formule vaghe o promesse. È utile indicare la data cui si riferisce la tua dichiarazione, perché la regolarità fiscale è, per definizione, uno stato dinamico: potresti essere regolare oggi e non esserlo domani se salta una scadenza o se sopravvengono nuove iscrizioni a ruolo. Se l’ente te lo consente, allega anche la documentazione che dimostra piani e pagamenti (estratti conto dell’agente della riscossione, comunicazioni di accoglimento delle rateazioni, ricevute F24): non è obbligatorio, ma accelera le verifiche e riduce le richieste di integrazione. Ricorda che l’autocertificazione sostituisce il “certificato di regolarità fiscale” proprio perché la PA deve verificare autonomamente: allegare prove non è un requisito, ma è un modo per ridurre i tempi.
Esempio Autocertificazione Regolarità Fiscale
Il sottoscritto …………. nato a …………. il …………. residente a …………. in via …………. codice fiscale …………., in qualità di titolare/rappresentante legale della società/associazione …………. con sede a …………. in via …………. codice fiscale …………. partita Iva ………….
pienamente consapevole delle sanzioni penali richiamate dall’art. 76 del DPR 445/2000 in caso di dichiarazioni non veritiere e conscio della decadenza dei benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base di dichiarazioni mendaci, di cui all’art. 75 del DPR 445/2000 ai sensi e per gli effetti dell’art. 46 del citato DPR 445/2000, sotto la propria responsabilità
DICHIARA
– di non aver commesso violazioni, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse;
– di essere in regola con gli obblighi concernenti le dichiarazioni in materia di tasse e imposte e con i conseguenti adempimenti.
Luogo e data
Modulo Autocertificazione Regolarità Fiscale
Di seguito è presente un modello autocertificazione regolarità fiscale.