Quando si parla di nota di debito, ci si riferisce a un documento che consente la correzione degli eventuali errori di calcolo di fatture emesse in precedenza.
Questo documento può essere emesso dal professionista o dall’azienda al momento in cui questi si renda conto dell’errore al momento dell’emissione della fattura, in modo da ricalcolare l’imponibile e la relativa imposta.
Secondo l’art 21, il contribuente, per evitare l’addebito di sanzioni, dovrà obbligatoriamente far ricorso al cosiddetto Ravvedimento operoso pagando una sanzione ridotta, ovvero, la differenza di quanto dovuto e gli interessi di mora maturati in base al ritardo accumulato.
Le note di debito, essendo un aumento di imposta per l’Erario, non hanno limiti temporali di emissione.
Vediamo alcuni casi in cui può essere emessa una nota di debito
Un contribuente fa un errore nella fattura applicando l’IVA al 22% anziché al 21% non rendendosi conto che la prestazione a cui si riferisce la fattura è stata effettuata prima dell’entrata in vigore dell’aumento IVA.
Un professionista non ha considerato l’acquisto di un bene all’estero e, conseguentemente, non ha provveduto a effettuare il reverse charge.
L’importo fatturato non comprende tutte le operazioni eseguite
Lo sconto calcolato inizialmente non va a buon fine
Lo sconto applicato direttamente in fattura non viene rispettato
La nota di debito al cliente è obbligatoria per legge e deve essere emessa successivamente all’emissione di una fattura, ovvero, quando il professionista si accorge di aver commesso un errore nel calcolo dell’imponibile o dell’Iva.
Per emettere una nota di debito è possibile utilizzare la fattura semplificata, che assume il valore di una fattura che rettifica fattura originaria.