In questo articolo spieghiamo in cosa consiste il rimborso spese e mettiamo a disposizione un fac simile.
Può capitare che dipendenti e collaboratori di un’azienda debbano sostenere delle spese per spostamenti o altri servizi; in questo caso, il datore di lavoro deve obbligatoriamente rifondare i soldi spesi fornendo il cosiddetto rimborso spese.
Il rimborso spese può essere effettuato secondo le seguenti modalità
Rimborso forfettario – Si attua quando l’azienda mette a disposizione una quota fissa per gli spostamenti dei dipendenti, rimborsando le spese relative a vitto e alloggio. Il rimborso forfettario può essere accumulato sul reddito del dipendente e, conseguentemente, essere soggetto alla normale tassazione. Quest’ultimo caso si verifica quando il rimborso riguarda uno spostamento effettuato all’interno del Comune in cui ha sede l’azienda. Al contrario, se lo spostamento viene effettuato fuori dal territorio del comune, il reddito imponibile riguarda solo l’eccedenza sulla franchigia stabilita, che equivale a € 46,48 per le trasferte in Italia e a € 77,47 per quelle all’estero.
Rimborso a piè di lista – Si attua nei casi in cui si prevede una restituzione al dipendente o collaboratore delle spese per vitto e alloggio risultati da documenti come scontrini e fatture. Rimborsi di questo tipo non formano una base imponibile e non sono soggetti ad alcun tipo di adempimento fiscale.
Rimborso in forma mista – Avviene quando l’azienda rimborsa non solo le spese di vitto e alloggio al dipendente ma gli garantisce anche una indennità di trasferta.
Naturalmente, è molto importante ricordare che per avere diritto ad una qualsiasi forma di rimborso spese, il dipendente deve farsi necessariamente autorizzare la trasferta, pena il manato versamento del rimborso.