La nota integrativa, assieme allo stato patrimoniale e al conto economico, è una delle tre parti di cui si compone il bilancio d’esercizio, secondo il Codice Civile italiano. Come suggerisce il nome stesso si tratta di una raccolta di appofondimenti e spiegazioni che servono a illustrare e specificare i dati inseriti nel conto economico e stato patrimoniale, al fine di darne una rappresentazione reale, congrua e veritiera.
Risulta essere il codice civile, con l’articolo 2427, a stabilire quale sia il contenuto minimo della nota integrativa Tale contenuto viene poi integrato da quanto stabilito agli articoli 2423, secondo e quarto comma, oltre che agli articoli 2423-bis e 2423-ter.
In particolare la nota integrativa contiene illustrazione dei criteri di valutazione usati per determinare le poste del bilancio, così come quelli utilizzati per le svalutazioni o per gli ammortamenti. Trova indicazione poi, nella nota integrativa, il metodo e i valori utilizzati per le conversioni di importi in moneta estera nonché le movimentazioni delle voci di patrimonio.
Particolarmente riguardo questi ultimo punto, vanno esposti in nota integrativa i movimenti operati nelle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie indicandone anche le consistenze iniziali e finali. Tutti gli utilizzi dei fondi rischi e del patrimonio, nonché del TFR, devono essere illustrati nel dettaglio. Per le immobilizzazioni immateriali che hanno una durata indeterminata va indicato, se possibile calcolarlo, il valore attuale di mercato nonché la valorizzazione data in bilancio con riferimento alla durata futura presumibile delle stesse. Sempre in nota integrativa vanno dettagliate la composizione di alcune particolari voci dello stato patrimoniale, quali: le partecipazioni in imprese collegate e controllate, i costi di impianto e di ampliamento e i costi di ricerca, sviluppo e di pubblicità, i crediti e i debiti di durata superiore a 5 anni, i ratei e risconti, i debiti assistiti da garanzie reali sui beni sociali, gli altri fondi e le altre riserve.
Anche la composizione di alcune voci del conto economico devono essere obbligatoriamente dettagliata: tra queste i ricavi vanno ripartiti per area geografica e attività; interessi e oneri finanziari vanno ripartiti per tipologia a seconda che siano corrisposti a banche, obbligazionisti o alti finanziatori; i proventi e gli oneri straordinari vanno illustrati e specificati così come l’ammontare degli oneri finanziari patrimonializzati e l’ammontare dei proventi da partecipazioni diversi dai dividendi. Infine vanno riportati quelli che sono gli effetti delle variazioni cambi in valute straniere verificatesi dopo la chiusura dell’esercizio.
Non finisce qui: anche le voci del patrimonio netto aziendale devono essere illustrate nel dettaglio, particolarmente specificando come questo si componga e quale parte sia utilizzabile per essere utilizzato o distribuito ai soci. Vanno inoltre spiegate le differenze fiscali dovute alla rilevazione di imposte anticipate o differite. Devono essere infine riportate le informazioni relative a impegni assunti che non trovino rilevazione nei conti d’ordine, nonché altre informazioni come il numero medio dei dipendenti impiegati, il compenso di amministratori e sindaci, le categorie di azioni ed obbligazioni e di eventuali altri titoli emessi.
La nota integrativa è dunque quel necessario completamento del conto economico e dello stato patrimoniale che permette di interpretare in modo corretto i dati di questi ed averne una cognizione completa, motivando peraltro le scelte effettuate in sede di redazione del bilancio di esercizio.
Tramite questo link è possibile trovare un fac simile di nota integrativa che permette di capire meglio la struttura di questo documento.