I contratti di locazione transitoria sono un punto di incontro tra inquilini che hanno necessità di occupare un appartamento per un breve periodo, magari di vacanza, e i proprietari che hanno un appartamento che è libero per un breve tempo prima della vendita o dell’inizio di lavori edili.
Oltre a costare meno dal punto di vista fiscale, il contratto è facilmente rinnovabile, purché il documento resti di natura transitoria. Basta una raccomandata al proprietario di casa per rinnovare l’accordo, è importante che la permanenza nell’appartamento non superi i 18 mesi, altrimenti il contratto diventa in automatico un 3+2, con tutte le conseguenze del caso.
Il proprietario che non riceve la raccomandata, ma sa che l’inquilino non vuole rinnovare il contratto, è tenuto a contattare l’inquilino e a chiedere il passaggio al canone libero, oppure al classico contratto 4+4.
Il contratto per gli affitti transitori va registrato con le relative spese, queste sono pagate a metà tra l’inquilino, che è tenuto a dare anche tre mesi anticipati di caparra e il proprietario, che potrà poi scalarle in parte nella propria dichiarazione dei redditi. Per garantire le parti, il proprietario deve dimostrare che l’abitazione è libera per un breve periodo o che non è possibile utilizzare il contratto classico perché ci sono dei lavori, mentre l’inquilino dovrà dimostrare di avere un reddito utile per pagare l’affitto e che occuperà l’appartamento solo per un periodo limitato.
La registrazione del contratto è una tutela per il proprietario, ma soprattutto per l’inquilino, gli studenti sono quelli che hanno più necessità di un contratto, perché possono chiedere la borsa di studio dimostrando di pagare un affitto come studenti fuori sede.
Se il contratto non è regolarmente registrato, non è valido per poter applicare lo sfratto.